WhatsApp: se usi spesso i messaggi vocali devi conoscere questa oscura verità | Vedrai che poi smetterai di usarli
L’oscura verità sui messaggi vocali di WhatsApp è stata svelata. Ci sono alcuni casi in cui andrebbero evitati.
Uno degli strumenti maggiormente utilizzati nell’ultimo periodo rischia di andare nel dimenticatoio il prima possibile.
WhatsApp è una delle piattaforme utilizzate davvero tanto non solo per comunicare con i propri amici e parenti, ma anche un ottimo strumento lavorativo per promuovere la propria azienda.
Nel corso degli anni sono stati sempre più gli utenti che hanno scaricato tale app e, proprio per questo, gli sviluppatori hanno cercato delle alternative per rendere la comunicazione sempre più immediata e semplice.
Un valido esempio ne sono i messaggi vocali che hanno abbreviato i tempi consentendo agli utenti di poter comunicare a voce e non più tramite messaggio di testo. Tuttavia, nonostante i numerosi punti a favore, ci sono alcuni casi in cui il messaggio vocale è tutt’altro che uno strumento vantaggioso. Scopriamo insieme perché.
Messaggi vocali di WhatsApp: perché non inviarli
Come affermato in precedenza, nonostante i messaggi vocali siano da ritenere come una valida alternativa ai messaggi di testo, ci sono alcuni casi in cui andrebbero evitati. In genere, chi utilizza il messaggio vocale è perché al momento non può scrivere oppure per risultare meno invadente ed evitare la chiamata. Talvolta, però, questi messaggi vocali diventano così lunghi ed estenuanti che addirittura innervosiscono l’utente che poi successivamente lo dovrà ascoltare. Chi compone un messaggio vocale potrebbe, inoltre, perdere il filo del discorso molto più facilmente e finire per inviare un inutile monologo non centrato. I messaggi vocali inoltre richiedono del tempo per essere ascoltati e compresi. Secondo le stime di Meta, sarebbero circa 200 milioni di messaggi vocali inviati quotidianamente dagli utenti di WhatsApp, davvero tanti.
L’alternativa al messaggio vocale
Esistono, tuttavia, delle vere e proprie strade alternative al messaggio vocale che possono risultare meno invadenti. Pensiamo ad esempio ad un breve e conciso messaggio testuale che, se scritto nel modo giusto, potrebbe far risparmiare molto tempo sia a chi compone il messaggio sia a chi lo riceve. Purtroppo, spesso, per pigrizia è più semplice rifugiarsi nella registrazione rischiando quindi di diventare prolissi. Prestare particolare attenzione a chi riceve il messaggio e, soprattutto, a come risponde è uno dei primi passi per non risultare invadenti ed avere pieno successo in una conversazione.