Walter Isaacson parla di Steve Jobs sulle pagine della rivista Smithsonian Magazine
Walter Isaacson, il noto giornalista che ha scritto la biografia ufficiale di Steve Jobs, ha avuto l’occasione di tornare a parlare dell’ex CEO di Apple nel corso di un’intervista pubblicata sul numero di settembre della prestigiosa rivista Smithsonian Magazine.
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La passione di Jobs per il design venne senza dubbio influenzata dalla casa dove visse la sua infanzia:
“L’interesse di Steve Jobs per il design trova la sua genesi nell’amore per la casa in cui ha vissuto l’infanzia. Era una delle tante costruzioni tra San Francisco e San Jose in cui risiedeva la classe operaia, tirate su da costruttori che negli anni ‘50, subito dopo la migrazione suburbana post-bellica, sfornavano in serie case poco costose dai tratti modernisti. Ispirati dalla visione di Frank Lloyd Wright di case semplici e moderne per l’uomo qualunque americano, progettisti come Joseph Eichler e i suoi imitatori hanno costruito case con muri di vetro che andavano dai pavimento al soffitto, piani open space, strutture a vista, pavimentazioni di lastre di cemento e moltissime porte scorrevoli in vetro.”
Addirittura, forse senza quelle case il cofondatore dell’azienda di Cupertino non avrebbe avuto la spinta necessaria per promuovere lo sviluppo dei primi modelli di Mac e iPod:
“Eichler ha fatto un lavoro grandioso” mi disse una volta Jobs durante una delle nostre passeggiate attorno al quartiere, pieno di case in stile Eichler. “Le sue case erano ben fatte, a buon mercato e di qualità. Hanno trasmesso un design pulito e un gusto più semplice alle persone con reddito medio basso.” Il suo gradimento per le case in stile Eichler, diceva Jobs, gli ha instillato la passione per i prodotti disegnati con arguzia e destinati al mercato di massa. “Adoro quando riesci a creare qualcosa con un buon design, semplici funzionalità e a basso costo,” ha affermato mentre metteva in risalto l’eleganza dei vari Eichler. “Era la visione originale per Apple. È quel che abbiamo cercato di fare col primo Mac. Ed è quel che abbiamo fatto con l’iPod.”
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