Intelligenza artificiale sotto accusa: questa volta è il Papa ad esprimere le sue riflessioni in merito a questa nuova tecnologia.
Visibilmente preoccupato, il Pontefice interviene nel dibattito dell’intelligenza artificiale e della sua crescente potenza.
L’intelligenza artificiale si è ormai insediata nei nostri giorni cambiando e ridefinendo gli equilibri. Se da un lato questo sviluppo della tecnologia ha rappresentato una svolta molto positiva, dall’altro questo repentino cambiamento inizia a fare un po paura.
Ed è proprio quello di cui ha parlato Papa Francesco intervenendo sul dibattito inerente l’IA affermando: “rischiamo di diventare solo dei dati”. Potrebbe essere vero, magari l’intelligenza artificiale nasconde davvero un lato oscuro?
Tra paure e dubbi, il Pontefice si lascia andare ad importanti riflessioni che potrebbero far davvero riflettere. Continuate a leggere per scoprire il pensiero di Papa Francesco sulla rivoluzione del nostro paese.
In occasione della 58esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, si è tenuto un interessante dibattito inerente il tema dell’intelligenza artificiale a cui ha preso parte anche il Pontefice. Tra i diversi pensieri, è proprio quello di Papa Francesco a far riflettere. E’ necessario interrogarsi sullo sviluppo teorico e pratico di questi nuovi strumenti di comunicazione. L’intelligenza è si uno strumento che può apportare dei benefici se utilizzata con criterio ma, dall’altra parte può rappresentare anche una grande minaccia. La paura del Papa è che questa tecnologia innovativa possa ridurre le persone a meri dati, il pensiero ad uno schema e, infine, l’esperienza a un caso.
Proprio come se fossimo intrappolati in un sistema in cui non esistono visioni diverse. Sono questi gli echo chamber di cui ci parla il Papa, letteralmente “camera dell’eco”. Ed è proprio questa la potenza dell’intelligenza artificiale, quello di eliminare il pluralismo dell’informazione inducendo le persone a perdersi in una palude anonima dove il pensiero proprio viene celato a favore di un pensiero anonimo e univoco. Insomma, una visione non del tutto positiva delle nuove tecnologie che, secondo il Pontefice eliminerebbero il tratto originale dell’essere umano.