Il CEO Tim Cook parla di privacy, Steve Jobs e Apple iCar
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Il CEO di Apple ha di recente rilasciato un’intervista piuttosto interessante al giornale tedesco BILD, parlando non solo di Steve Jobs e della prviacy, ma anche della tanto vociferata Apple iCar. Ecco gli estratti più significativi.
Il numero uno della casa di Cupertino ha parlato del tema della privacy, che negli ultimi mesi è stato discusso moltissimo dai media di tutto il mondo per via del caso “Datagate” di Edward Snowden. A detta di Cook, Apple ha sempre messo la privacy degli utenti al vertice di tutto:
“Se Snowden ha fatto qualcosa per noi, questo è stato fare in modo che parlassimo di più di queste cose. I valori di Apple sono sempre stati gli stessi.
Non leggiamo le vostre email, non leggiamo i vostri messaggi, troviamo che siano cose inaccettabili. Non voglio che le persone leggano i miei!
Abbiamo disegnato Apple Pay di proposito per fare in modo di non sapere dove comprate qualcosa, quanto pagate per essa e cosa acquistate. Non vogliamo sapere nulla di tutto questo.”
Tim Cook ha invece speso meno parole in merito alla tanto vociferata Apple iCar, preferendo rispondere con il classico “no comment”:
“Siamo ancora riservati sui nostri prodotti in arrivo. Quindi se mi chiedete a cosa stiamo lavorando, non risponderò. Ho letto le voci (sull’Apple car). Non posso commentarle.”
Il CEO della Mela ha poi sottolineato che negli ultimi anni sono stati fatti dei grossi sforzi per migliorare le condizioni di lavoro di moltissimi stabilimenti, e si tratta di una cosa che Tim Cook preferirebbe venisse copiata dagli altri produttori:
“Se Apple migliora le condizioni di lavoro, questo può portare pressione ad altri produttori, nel copiarlo. È un’area in cui vorrei che ci copiassero.”
Infine, Tim Cook ha speso qualche parola su Steve Jobs:
“Forse non gli è sempre riconosciuto a dovere, ma per me è stato il miglior maestro che abbia mai avuto. Probabilmente non leggerete mai questa cosa in un libro, perché le persone si concentrano su altre parti della sua personalità.
Mi ha insegnato che la gioia è nel viaggio. Non è in un evento, non nel pubblicare un prodotto o avere un premio. È il viaggio in sé.”
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