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Dopo un periodo di calma, tornano sotto i riflettori dei media le condizioni lavorative degli operai in Cina che sono fondamentali ad Apple per la fornitura dei materiali e l’assemblaggio dei vari modelli di iPad, iPhone e computer Mac.
Ormai da anni si parla delle condizioni dei lavoratori di Foxconn e di altre aziende cinesi che lavorano (anche) per Apple. Considerate le forti vendite della casa di Cupertino, soprattutto per quanto riguarda l’iPhone e l’iPad, è più che normale che ci sia molto più lavoro rispetto al passato.
Un recente documentario diffuso dalla nota BBC ha puntato il dito contro Apple, per via delle condizioni lavorative di tutti gli operai in Asia che sono sotto contratto con la Mela. A detta del quotidiano Telegraph, il CEO di Apple è andato su tutte le furie non appena ha saputo di questo report, giudicato del tutto errato e privo di fondamento.
Ecco un estratto dell’email inviata da Tim Cook agli oltre 5.000 dipendenti di Apple nel Regno Unito:
“Mi ritengo profondamente offeso per il quadro che è emerso nelle ultime ore, in particolare per l’ipotesi che Apple abbia infranto la promessa fatta ai lavoratori nelle catene delle forniture e ai clienti. Il report di BBC Panorama implicava che Apple non stia controllando le condizioni di lavoro. Lasciate che vi dica una cosa: niente potrebbe essre più lontano dalla realtà.”
Secondo l’opinione di chi scrive, la verità sta nel mezzo: è vero che le condizioni lavorative degli operai di Foxconn e di altre aziende in partnership con Apple non sono di altissimo livello, ma è altrettanto vero che in questi anni Apple ha fatto grossi sforzi (non solo economici) per riuscire a migliorare tali condizioni. E non ci dobbiamo dimenticare che Foxconn non ha solo Apple come cliente..
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