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Tim Cook, CEO di Apple, nel corso della giornata di ieri ha pubblicato alcuni tweet tramite il proprio account ufficiale di Twitter atti a condannare le decisioni prese dal governatore dell’Indiana Mike Pence circa il “Religious Freedom Restoration Act” dichiarando che Apple, azienda che rappresenta a livello globale, è profondamente contraria a quanto compiuto e che bisogna restare democraticamente aperti a tutto. «Apple è aperta a tutti. Siamo molto contrariati dalla nuova legge dell’Indiana, che assomiglia molto a quella del governo dell’Arkansas».
La legge è stata approvata giovedì da Pence e stabilisce che gay e lesbiche potranno essere discriminati, per legge, e potranno essere cacciati dai negozi per la loro natura omosessuale. L’approvazione di tale legge ha ovviamente portato l’intera attenzione sullo stato dell’Indiana, per lo più con giudizi negativi su quanto compiuto, con moltissime organizzazioni e aziende che hanno deciso di fermare la collaborazione e il supporto alle attività dello stato.
Il Religious Freedom Restoration Act apre scenari abbastanza deplorevoli, perché grazie a questa nuova legge tutti i commercianti saranno autorizzati e avranno la possibilità di rifiutarsi di servire un uomo, o una donna, di fare affari con loro perché gay o lesbiche, accezioni che vanno contro il loro credo religioso. «Nel mondo noi vogliamo trattare tutti i nostri clienti allo stesso modo, senza preoccuparci della loro provenienza, del loro lavoro o di chi amano» ha continuato Tim Cook su Twitter. Il CEO di Apple, inoltre, lo scorso ottobre ha fatto coming out, ma ancor prima di questa decisione la sua lotta per l’uguaglianza e per il rispetto per l’umanità è sempre stata presente e attiva. Apple, durante il periodo di gestione di Cook, ha supportato la marcia della comunità LGBT durante la 44esima parata del gay pride in San Francisco e poco prima aveva anche supportato l’apertura ai matrimoni gay con un comunicato stampa inviato alla Corte Suprema.
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