Steve Jobs non voleva le applicazioni di terze parti
La biografia ufficiale di Steve Jobs, rilasciata da pochissimo nell’iBookStore e in tutte le migliori librerie, sta svelando pian piano degli aspetti senza dubbio interessanti dell’ex CEO di Apple, scomparso lo scorso 5 ottobre dopo una lunga malattia.
[adrotate banner=”1″]
Dopo avervi segnalato in una precedente notizia che Jobs aveva intenzione di distruggere Android con “una guerra termo-nucleare”, in quanto secondo lui si trattava di un prodotto rubato e che copiava spudoratamente dall’iPhone, arrivano delle curiosità riguardanti le applicazioni di terze parti, ovvero l’insieme di software raggruppato nell’App Store che hanno portato l’iPhone, ma anche l’iPad e l’iPod Touch, al successo di oggi.
Secondo quanto si può leggere dalla biografia, Steve Jobs era completamente contrario al rilascio di un SDK (un Kit di Sviluppo) agli sviluppatori per la creazione di applicazioni di terze parti. L’intenzione di Jobs infatti era quella che i programmatori realizzassero i programmi in forma di web-app, ovvero delle applicazioni avviabili esclusivamente tramite il browser web Safari.
“Steve Jobs era contrario perché credeva che il suo team non sarebbe riuscito a gestire la complessità in cui sarebbe stato coinvolto a causa delle attività di controllo delle app di terze parti.”
Le web-app erano troppo limitate e non ebbero il successo previsto. Ecco quindi che Jobs, spinto dal consiglio d’amministrazione, cambiò idea e nell’Ottobre del 2007 rese disponibile l’SDK di iPhone OS (non si chiamava ancora iOS) agli sviluppatori. Circa un anno dopo, nel luglio 2008, venne presentato l’App Store. Il resto è storia.
[adrotate banner=”2″]
[Via]