Shock nella Medicina: AI riesce a prevedere infarto e problemi cardiaci con 10 anni di anticipo prima che degenerino in situazioni letali | Un altro passo verso immortalità
Che l’intelligenza artificiale abbia fatto dei passi da gigante negli ultimi anni è ormai chiaro a tutti, in pochi però conoscono il vero potenziale di questo strumento che, sempre più spesso, viene affiancato alla medicina.
Per quanto infatti sia divertente creare immagini, canzoni o video che puntano all’intrattenimento, uno dei rami di sviluppo in cui l’AI è predominante è sicuramente il campo medico e salutistico.
Recentemente infatti gli esperti sono riusciti a trovare delle tecniche utili ed efficaci che non solo potrebbero migliorare nel breve e nel lungo periodo le diagnosi dei pazienti, ma anche i trattamenti sulle persone già malate, riuscendo così a salvare un numero illimitato di vite che fino a pochi anni fa non avrebbero avuto alcuna speranza.
Basti pensare ad esempio che ora tramite l’AI si possono effettuare interventi chirurgici estremamente delicati, si possono scovare malattie, controllare analisi e persino controllare il materiale genetico alla ricerca di possibili malformazioni e danni strutturali.
Pochi giorni fa è stato presentato, all’American Heart Association’s Resuscitation Science Symposium 2023 uno studio che può letteralmente rivoluzionare il modo in cui si possono prevedere infarti e altre complicazioni cardiache.
L’AI può prevedere gli infarti a 10 anni di distanza
Il team di ricerca, coordinato dal professore di Cardiologia ed Epidemiologia presso il Centro di ricerca cardiovascolare di Parigi, Xavier Jouven, ha condotto uno studio donando informazioni e dati all’Intelligenza artificiale per un totale di 25mila persone decedute per arresto cardiaco e 70 mila persone, in generale.
Gli esiti di questo esperimento hanno rivelato come l’AI riuscisse ad analizzare le cartelle cliniche raccolte fino a 10 anni prima del decesso, riuscendo così a calcolare le probabilità che le altre persone avessero di subire complicazioni simili. Tra i tanti dati hanno giocato un ruolo fondamentale soprattutto la presenza di ipertensione, storie di malattie cardiache familiari, disturbi mentali, abuso alcol e altre abitudini non positive per l’organismo.
L’AI durante lo studio è riuscita a identificare ben il 90% delle persone ad alto rischio di mortalità per complicazioni cardiache. Riuscire ad ampliare il raggio di funzionamento di questo incredibile strumento, alle Nazioni e ai popoli di tutto il mondo, consentirebbe non solo di salvare un numero molto elevato di vite (la morte per problemi cardiaci rappresenta il 20% dei decessi totali), ma consentirebbe anche di far risparmiare risorse preziose alla salute pubblica, che potrebbero essere destinate ad altri studi e trattamenti.