Senza questa tecnologia il Mondo come lo conosciamo non esisterebbe: saremmo indietro di almeno 50 anni

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Il codice a barre compie 50 anni – iPaddisti.it

Quando si va a fare spesa si è spesso con la testa fra le nuvole, la mente è infatti piena di pensieri che possono includere il lavoro, problematiche in famiglia o la semplice organizzazione domestica.

Tutto questo porta le persone a fare spesa in maniera automatica, senza dare particolare importanza a ciò che si mette nel carrello o a come vengono passati i prodotti alla cassa, dando per scontato un particolare che, dopo tutto, così vecchio non è.

Il codice a barre, lo strumento che permette di identificare i prodotti in vendita con un semplice gesto, ha appena compiuto 50 anni. La sua invenzione risale al 1948 quando, negli Stati Uniti, due giovani studenti di ingegneria dell’Università di Drexel, Norman Joseph Woodland e Bernard Silver, idearono un prototipo di codice a barre per soddisfare le esigenze delle aziende del settore alimentare.

La necessità di un supporto per la catalogazione dei prodotti e di un aumento dell’automazione delle operazioni di cassa era oramai un bisogno per tanti commercianti, tanto che l’idea proposta è stata poi brevettata nel 1952. Inizialmente il codice utilizzato era quello Morse, poi però il tutto venne trasformato in forma ovale.

Ovviamente i primi modelli di lettore di codice a barre erano piuttosto scomodi, tanto che tutti gli utilizzatori lamentavano eccessivi rumori, un calore insopportabile e soprattutto un peso esagerato, tutte caratteristiche che non permettevano un uso agevole dell’invenzione.

Come si è evoluto il codice a barre fino ad oggi

Il codice a barre come lo conosciamo ora arriva il 3 Aprile 1973 ed è stato usato per la prima volta il 26 Giugno 1974 in un supermercato nell’Ohio dove è stato battuto un pacchetto di gomme da 69 centesimi, ora visibile al Smithsonian’s National Museum of American History.

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QR Code – iPaddisti.it (fonte: freepik)

In Europa un sistema molto simile fu introdotto nel 1977 con il nome di EAN, nome sostituito dal 2005 in un più internazionale GS1. I codici a barre tuttavia non sono tutti dello stesso formato e sono distinguibili anche visivamente in quanto esistono:

  • i codici a barre discreti, in cui l’informazione viene descritta solamente dalle barre verticali ed ogni carattere ha lo stesso numero di barre e spazi;
  • i codici continui, dove invece hanno valore sia gli spazio che le barre verticali ed i caratteri possono avere lunghezza diversa.

In Italia tramite il codice a barre si riescono a generare facilmente oltre 2,7 miliardi di scontrini ogni anno, tuttavia è stata approvata un’iniziativa globale per avviare una transizione che entro il 2027 porterà il codice a barre a sparire, dando spazio ai più innovativi QR Code.