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Più un sistema è diffuso maggiore è la possibilità dell’arrivo di malware e virus. D’altronde l’iOS fino a oggi era esente da pericoli proprio perché si trattava di un sistema diffuso su scala minore rispetto a Windows, che era, e resta, il ricettacolo di tutti i trojan di questo mondo. Oramai però l’iOS ha raggiunto il proprio apice, che può essere ancora migliorato, ed è inevitabile che si finisca a doversi rapportare con nuovi virus.
La scoperta della Georgia Tech University risale alla giornata di ieri e riguarda l’aver trovato un metodo per iniettare un trojan su iOS. Il sistema si chiama Jekyll, ma al momento è soltanto una dimostrazione teorica priva di alcun fondamento pratico, quindi nessun sistema Apple è stato ancora infettato con quanto detto sopra. Siamo dinanzi a un trojan sperimentale, un sistema che andrebbe studiato per poter trovare una soluzione, da parte di Apple, di evitare che tale sperimentazione possa diventare pratica e reale. Presto, infatti, se ce l’ha fatta la Georgia Tech University, potrebbero farcela in molti altri, compresi hacker professionisti.
Il metodo Jekyll prevede la creazione di un’app che al proprio interno riesce a modificare le proprie componenti e a trasformare il proprio comportamento nonostante il processo di approvazione della Apple con annessi esami e analisi del caso. Apple comunque è stata già avvista a riguardo e la falla dovrebbe essere risolta già con iOS 7, in uscita il prossimo autunno. La sicurezza, intanto, viene sempre più minata e dopo il caso dell’alimentatore modificato su iPhone per far entrare più facilmente un codice malevolo va da sé che le problematiche stanno aumentando: tral’altro lo stesso baco venne trovato dalla stessa università della Georgia. Ma d’altronde più sei famoso più nemici avrai. Potremmo dire che più nemici avrai più onore avrai, ma questo lo lasciamo ad altri.
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