San Francisco mette in guardia Las Vegas, ecco che arriva FarmVille

La Silicon Valley sta scommettendo sul gioco, il suo prossimo business miliardario, con gli sviluppatori di tutto il settore intenti a trasformare i casual games in occasioni per gli adulti di scommettere, e per altri adulti di guadagnare montagne di dollari.

Al momento questi giochi sono rivolti all’estero, dove l’atteggiamento verso il gioco d’azzardo è più rilassato o per meglio dire “regolato”. In Europa il settore delle scommesse online è generalmente legale, ed estremamente redditizio. In Asia in generale, il gioco viene visto con accondiscendenza ed è ampiamente tollerato. L’Italia è stato uno dei primi paesi della UE a dotarsi di norme capaci di tutelare i giocatori online con l’emissioni di licenze concesse dall’ AAMS (Amministrazione Autonoma Monopoli di Stato). Per il nostro paese il gioco online rappresenta una porzione minima, ma comunque importate, di soldi che vanno a finire nelle assetate casse dello stato.   Ma le aziende di gioco, da piccoli team fino ad arrivare a Facebook e Zynga, tengono sott’occhio il premio finale: il ricco mercato americano, dove la maggior parte tipi di scommesse on-line con soldi veri sono state cancellate dal Dipartimento di Giustizia, con un atto risalente al 2006, ormai 10 anni fa, sotto l’amministrazione Bush. C’è chi in Italia ed Europa è già presente come William Hill, e negli USA? Due Stati: il Nevada e il Delaware, stanno già ponendo le basi per il gioco d’azzardo virtuale. In pochi mesi saranno molto probabilmente affiancati dal New Jersey. E non c’è tanto da meravigliarsi per chi conosce un po’ di storia americana. Il Nevada è lo stato dove il gioco d’azzardo è legale e ospita Las vegas, città che non ha bisogno di presentazioni, una vera e propria icona Hollywoodiana del gioco. Nel New Jersey c’è un’altra città capitale del gioco: Atlantic City, un vero e proprio pezzo di storia del Gambling statunitense.

Altri stati hanno fatto domanda alle autorità federali per essere ammessi: Mississippi, Iowa, California guidati dalla consapevolezza che il gioco d’azzardo online potrebbe portare a flussi importanti per le entrate fiscali, un po’ sulla scia di quanto succede già in Europa. Nel solo Iowa, i sostenitori del gioco online hanno stimato che 150.000 residenti stanno già giocando a poker illegalmente. Attraverso dei proxy server riescono a bypassare la cyber-cintura federale, accedendo a siti i cui server si trovano fuori dagli Stati Uniti e che garantiscono a chi vuole di accedere a tutto il pacchetto: poker, casinò, scommesse sportive e bingo.

Anche Facebook in tempi recenti è entrato nel settore dei giochi sperimentando per gli utenti UK con Jackpotjoy, un insieme di casual game che sfruttano gli stilemi delle slot machine e di altri giochi da casinò. Da una parte ci sono gli entusiasti sostenitori dei giochi digitali e dall’altra ovviamente i detrattori. Esiste tutta una categoria, politica e sociale che sta tentando di ostacolare questo tipo di sviluppo. Probabilmente per andare contro il concetto del nuovo che avanza, oppure per un tornaconto personale. Non vanno sottovalutate nemmeno le opposizioni di tipo morale. Di fatto esistono due fazioni, quella a favore del gioco e quella contraria.

Silicon Valley non è certo scoraggiata da questo fatto. Le aziende credono che qui il gioco d’azzardo on-line diventerà presto semplice come comprare un e-book o vedere un film in streaming, e che la comodità di essere in grado di scommettere dal divano, circondato da amici virtuali, compenserà la mancanza dell’atmosfera scintillante che possiamo trovare in un casinò del mondo reale. Insomma la realtà virtuale di Farmville e di Facebook che si contrappongono al mondo reale dove si gioca, sì ma in maniera differente e con regole ben diverse.

“Il gioco d’azzardo negli Stati Uniti è controllata da un paio di casinò terrestri e alcuni potenti casinò indiani”, ha detto Chris Griffin, amministratore delegato di Betable, start-up londinese che gestisce le licenze di gioco e la meccanica di scommesse del business per gli sviluppatori. “Questo diventa potenzialmente un contrappeso interessante per migliaia di sviluppatori della Silicon Valley che vogliono fare soldi all’estero e che vogliono trasformare i loro sforzi verso l’interno e fare i soldi negli Stati Uniti”. Il futuro del gioco digitale è nella mani capaci di questi uomini. Un po’ come il presente era nella mani di due giovani programmatori della Atari, sempre nella famosa e suggestiva Silicon Valley degli anni settanta.

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