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Nel corso dell'evento di presentazione dei nuovi iPad, come ormai è consuetudine da qualche anno, sono stati chiamati sul palco sviluppatori di terze parti a pubblicizzare app che avrebbero presto fatto la loro comparsa su App Store.
Quest'anno è toccato a Pixelmator, un'app di editing fotografico da tempo presente su Mac che finalmente arriva ottimizzata anche per iPad, ma non per iPhone. E fin qui nulla di trascendentale, perché potrebbe tranquillamente essere un'app come tutte le altre. E invece no.
Già alla prima occhiata d questa applicazione ci rendiamo conto di come l'app sia costruita in modo “Apple Style”. La grafica, il sistema dei controlli, il tutorial per iniziare ricordano in tutto e per tutto quelli delle app iWork ed iLife, ed anche l'icona è molto simile a quella dell'ormai defunta app iPhoto. Sembra quasi di avere davanti l'app che mancava nella suite iLife, tanta è la cura che gli sviluppatori hanno messo nel realizzarla.
Gli strumenti sono quelli che troviamo anche nella versione per Mac, che è stata definita “il miglior strumento per il fotoritocco amatoriale” e l'app è pensata per sfruttare al meglio le capacità del nuovo iPad Air 2 e il suo processore A8X, ma gira tranquillamente sugli iPad dalla terza generazione in poi (l'iPad 2 ormai è al canto del cigno, purtroppo).
A livello di strumenti, troviamo la possibilità di modificare qualsiasi formato di immagine compreso il RAW, e poi ovviamente pennelli per disegnare a mano libera, la possibilità di combinare tra loro foto diverse, gli effetti come le correzioni, la possibilità di regolare manualmente il colore.
Il tutto è molto user friendly e l'app può tranquillamente essere utilizzata anche dagli utenti meno esperti per avere scatti di sicuro effetto, che poi potranno essere esportati nel rullino fotografico, in iCloud Drive oppure aperte in altre app per applicare effetti aggiuntivi.
Cosa chiedere di più, specialmente ad un'app non proprietaria Apple? Ben poco, ovviamente. Potremmo chiedere che sia gratuita come le app iWork o iLife, ma qui si esagera. La qualità c'è (e avanza), e l'app vale sicuramente il prezzo richiesto.
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