Pediatri americani: iPad e i tablet non fanno poi così male ai bambini

Girl lying on floor using digital tablet

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Una delle questioni sollevate da sempre, riguardo all’iPad ma più in generale anche agli smartphone e ai computer, era quella del benessere dei bambini. Effettivamente, i bambini di oggi sono interconnessi come mai nessuna generazione prima di loro (nemmeno la nostra, nonostante il GameBoy), e gli esperti, pediatri, pensavano che stare tutto il giorno davanti ad un iPad non fosse proprio il massimo per lo sviluppo del bambino.

Un nuovo articolo comparso su una prestigiosa rivista, tuttavia, fa marcia indietro rispetto a quanto appena detto: i tablet non farebbero poi così male ai bambini, se usati per parlare con altre persone su Skype, per vedere video educativi o per giocare a videogiochi adatti alla loro età (tipo GTA, insomma, secondo la maggior parte dei genitori…).

Il tablet, dice la ricerca, è un buon metodo per vincere la noia, nel bambino, e per stimolare la sua creatività, anche se ovviamente l’utilizzo dovrebbe avere dei limiti, c’è poco da fare.

Per prima cosa, gli schermi dovrebbero essere tutti allontanati almeno un’ora prima di dormire, per garantire un sonno migliore; poi i bambini sotto i 18 mesi dovrebbero comunque stare lontani dagli schermi, che non fanno certo bene.

Ma soprattutto, quanto abbiamo detto prima non dovrebbe essere, secondo loro, protratto per più di un’ora al giorno, e questo non riguarda solo i tablet ma tutti gli schermi. Il che, in una casa normale, è come dire rinchiudere il figlio nello sgabuzzino, perché tra smartphone, tablet, televisore, computer, Wii e così via è praticamente impossibile, specie durante l’inverno, far stare un rampollo davanti allo schermo meno di un’ora al giorno.

In effetti, il problema non è tanto del bambino, quanto dei genitori che, prima di tutti, non riescono a staccarsi dagli schermi: riuscire a lasciarli da parte per i grandi prima e per i piccoli poi potrebbe essere anche un ottimo modo per rinsaldare i legami familiari: una cosa che, certo, male non farebbe. Né ai bambini, né ai genitori.

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