Papiri d’Ercolano: l’Uomo non fa più nulla dopo aver progettato le AI, ma i risultati sono da shock | Ecco le prime trascrizioni decifrate
Le intelligenze artificiali stanno aiutando a decifrare i Papiri non toccabili di Ercolano, un nuovo sistema di alta tecnologia è in grado di leggerli da chiusi: una rivoluzione per chi lavora nel settore
Tra i pro e i contro sulle intelligenze artificiali c’è il fatto che riescano a diversificare il lavoro dell’umano, non come una gara ma come un’integrazione. Se alle AI manca la creatività umana, è anche vero che sono software non dotati di corpo, e la tecnologia in questo senso ha un diverso approccio alla ricerca: per studiare un libro, non deve per forza aprirlo fisicamente.
Almeno questo è venuto fuori dagli ultimi studi dell’informativo dell’Università del Kentucky, Brent Seales, che ha abbinato alla tomografia computerizzata l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. L’applicazione di questo processo sui rotoli rinvenuti dagli archeologi nel 1757 ad Ercolano sta portando risultati strabilianti.
I papiri salvati dall’eruzione del Vesuvio sono carbonizzati, aprirli significherebbe sgretolarli interamente, questo il motivo per cui un ritrovamento dal valore inestimabile prima d’ora rimaneva un segreto: il loro interno non è stato mai letto perché toccarli e sfogliare le pagine avrebbe comportato lo sgretolamento totale delle fibre. Nel 79 d.C. la violenta eruzione del Vesuvio che ha distrutto Pompei ed Ercolano ha sepolto anche un’enorme villa romana che si pensa sia stata di proprietà del suocero di Giulio Cesare.
Le intelligenze artificiali decifrano i papiri d’Ercolano: un aiuto inestimabile per le ricerche dell’uomo
All’interno di questo edificio, proprio in quella che doveva essere la biblioteca personale di Filodemo, un filosofo epicureo, erano custoditi più di mille papiri. Papiri mai toccati per via del fatto che un patrimonio inestimabile si sarebbe ridotto in briciole senza possibilità di recupero.
La tomografia computerizzata ha fatto grandi passi avanti soprattutto in ambito medico, ma l’applicazione di queste novità supportate dall’intelligenza artificiale sul lavoro degli esperti di lingua antica ha fatto sì che si riuscisse a decifrare parte del contenuto di questi papiri. È stato proprio il lavoro di un team guidato da Brent Seals a permettere ad alcuni scienziati, nel 2015, di leggere un pezzo di pergamena bruciato 1500 anni fa, un risultato che pian piano si sta applicando grazie all’impiego delle AI.
Queste ultime sono state capaci di distinguere l’inchiostro utilizzato sul rotolo, separandolo dalla fibra di cui era composto invece il foglio stesso. Una nuova tecnica, sviluppata nel 2019 da Seals, prevede l’uso di un sincrotrone, un acceleratore di particelle che produce una luce simile ai raggi X, per osservare oggetti minuscoli. Ad oggi, uno studente di informatica, applicando le tecniche citate, è riuscito a decifrare la prima parola contenuta in un rotolo di Ercolano mai aperto. La parola ‘porpora’ scritta in greco antico è un segno di buon auspicio ai nuovi studi che probabilmente già nei prossimi anni riusciranno a portar fuori la maggior parte dei contenuti di quei tesori mai aperti e conservati per secoli.