Oltre le “limitazioni” di iPad: scambiare foto e documenti
[adrotate banner=”1″]
Già da quando iPhone fece la sua prima uscita, si iniziò a parlare delle limitazioni, hardware o software, che ne restringevano il campo di utilizzo ed i vari forum tematici sono zeppi di polemiche e critiche su come “questo o quell’altro telefono che costa la metà, ha quello che iPhone non ha“.
Anche iPad non è esente da simili situazioni, anzi, viene ingenerosamente confrontato con netbook di vario tipo, quando la sua concezione è ben diversa.
Non entrerò nel merito della filosofia comune agli Apple-fans più oltranzisti, secondo i quali:
“ogni oggetto partorito da Apple è stato progettato con un’idea ben precisa e se qualcosa manca è perché è molto probabilmente superflua”.
Mi limiterò a discutere una di queste (presunte) limitazioni: lo scambio di dati via Bluetooth che in iPad come in iPhone è nativamente impossibile.
A tal proposito, c’è da dire che la filosofia Apple, un po’ per scelte di Marketing legate a MobileMe, un po’ per tendenze “globalistiche”, è quella di favorire l’appoggio di contenuti condivisibili su risorse esterne.
In sostanza, il concetto è: perché inviare una sola foto alla volta in bluetooth ad un solo amico, quando con app specifiche e/o risorse esterne, si possono condividere molteplici elementi con molteplici persone, che oltretutto possono avere accesso alle risorse quando meglio credono?
Basta una notifica, ad esempio via email, con il link a cui trovare le risorse o per condividere i contenuti.
Di qui, la lenta ma inesorabile conversione dell’utenza a tools come Google Picasa per condividere foto o video o app come DropBox per la condivisione di risorse di genere più svariato.
Personalmente ho adottato da tempo questo tipo di approccio anche a livello professionale, il che consente maggior flessibilità mantenendo la necessaria granularità e riservatezza (chi può avere accesso a cosa? Accesso libero o tramite password?).
E voi, come scambiate le vostre risorse?
[adrotate banner=”2″]