L’Italia ha chiesto ad Apple di avere accesso a circa 1.600 iPhone e iPad!
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Alcuni giorni fa è stato pubblicato un interessante rapporto di Apple che parla delle richieste di sblocco e di accesso ai dispositivi, prevalentemente iPhone e iPad, sono giunte dalle forze dell’ordine dei vari stati.
Quello che ci interessa, ovviamente, è l’Italia, dove le forze dell’ordine (Polizia e carabinieri), nel corso del 2016 perché il rapporto è relativo allo scorso anno, sono state presentate richieste di accesso ai dati di 1.576 dispositivi, misti tra iPhone e iPad, per un totale di 946 richieste.
Un numero non altissimo ma nemmeno tanto, considerando quanti sono i dispositivi Apple nel nostro paese.
In caso in cui Apple riceva una richiesta da parte delle forze dell’ordine, l’iter è svolto all’incirca così: per prima cosa si controlla se la richiesta è legale, in merito alla normativa in vigore nello stato in questione, quindi si verifica se le forze dell’ordine hanno chiesto esplicitamente ad Apple di non dire che il telefono è intercettato.
Nel caso questa richiesta non sia stata fatta, Apple avverte il proprietario della richiesta delle forze dell’ordine, per avere conferma del fatto che alcuni dati personali possano essere trasmessi; questa è la variante più comune, perché molte richieste, la maggior parte, derivano dalle richieste dell’utente stesso che ha denunciato lo smarrimento del telefono, e la richiesta è di avere i dati sulla localizzazione.
Tuttavia, Apple comunica solamente i dati richiesti dalle indagini, e non da libero accesso a tutto il dispositivo, in virtù della protezione dei dati personali, tranne dove questi dati sono necessari per le indagini.
Di tutte le richieste giunte ad Apple, circa il 70% delle informazioni sono poi state date effettivamente alle forze dell’ordine perché ritenute legalmente valide, segno che i nostri dati vengono forniti solamente se c’è la stretta necessità. In ogni caso, vediamo dall’immagine che le forze dell’ordine sono ligi al dovere, e infatti la maggior parte di richieste inviate è legale e, per questo, i dati personali vengono forniti a chi li richiede.
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