L’invenzione folle che salva il pianeta dalla crisi agricola: il micro robot green – FOTO
L’Italia si conferma ancora una volta una nazione dall’altissimo valore scientifico, alcuni ricercatori infatti sono riusciti a creare un seme artificiale che potrà salvare milioni di piante.
A causa della mancanza di acqua i terreni mondiali stanno diventando sempre più aridi e più inospitali per tantissime tipologie di piante, con questa invenzione però il destino naturale potrebbe cambiare repentinamente.
L’idea venuta in mente agli scienziati dell’Università di Trento e dell’Istituto Italiano di Tecnologia è stata realizzata con successo e la sua importanza è stata ritenuta così alta da far conquistare addirittura uno spazio nella copertina della celebre rivista scientifica Advanced Science.
Il progetto portato a termine prevedeva la costruzione di un seme-robot capace di assumere gli stessi comportamenti dei semi veri, cambiando forma, spostandosi e trovando l’ambiente migliore per assicurare la crescita di una piana sana e forte. Tale processo è garantito dai materiali usati per la sua produzione che comprendono nanocristalli di cellulosa e ossido di polietilene e sfruttando le tecniche di stampa 3D e l’elettrofilatura.
Per la sua realizzazione gli studiosi si sono ispirati alla Pelargonium appendiculatum, un particolare tipo di geranio molto comune in sudafrica, il cui seme può cambiare forma per separarsi dalla pianta madre scavando in cerca di un suolo migliore per germinare e crescere assorbendo più sostanze nutritive.
Come verranno utilizzati i semi robot nel prossimo futuro
I semi creati dai ricercatori hanno dimostrato che: “è possibile realizzare soluzioni innovative che non solo abbiano l’obiettivo di monitorare lo stato di benessere del nostro pianeta, ma che lo facciano senza alterarlo”, in questo modo infatti i semi potranno essere piantati in vari punti della Terra, anche nelle zone meno raggiungibili, riuscendo a ricavare dati a lungo termine sullo stato del suolo.
Poiché i semi funzionano autonomamente e sono privi di batterie potranno analizzare la composizione del terreno in cui cresceranno le piante controllando i livelli di anidride carbonica, temperatura, umidità e persino la presenza di sostanze inquinanti come ad esempio il mercurio.
Il primo autore dello studio e dottorando dell’IIT, Luca Cecchini, ha dichiarato che l’utilizzo dei semi robot sarà fondamentale per monitorare il suolo e per controllare lo stato della riforestazione delle zone attualmente desertificate dall’uomo, senza però alterare l’ambiente grazie alle loro dimensioni, alla connettività Wi-Fi e soprattutto grazie all’assenza di emissioni di sostanze inquinanti.