Un progetto dell’Unione Europea mira a realizzare un cavo sottomarino per collegare direttamente Europa e Caucaso, tagliando fuori la Russia. L’accordo è stato preso con gli stati asiatici nel 2021 per migliorare la qualità della connessione a Internet, ma con la guerra è diventato un nuovo strumento per aggirare i possibili controlli russi che ora si verificano sullo snodo. Rimangono saldi alcuni dubbi sulla fattibilità del progetto.
Al giorno d’oggi, nel nostro quotidiano, siamo tutti abituati di sfruttare i nostri device intelligenti, capaci cioè di collegarsi alla rete Wi-Fi e di metterci in comunicazione. Ciò è una realtà che si diffonde sempre di più in zone anche remote e difficili da raggiungere. Qualcuno, come Amazon e Starlink, puntano a offrire la possibilità di una connessione satellitare.
I metodi tradizionali, invece, prevedono il collegamento di varie zone tramite cavi sotterranei e sottomarini. La fibra ottica che si riesce a sfruttare tramite queste infrastrutture garantisce connessioni più stabili e potenti. Con lo scoppio della guerra in Ucraina, però, è salito alla ribalta un nuovo problema. La Russia, infatti, è uno degli snodi principali per i collegamenti cablati tra Europa e Asia. Ecco dunque che torna a far parlare di sé un progetto europeo concordato qualche anno fa.
Il fatto che un Paese ostile all’Unione Europea abbia la possibilità di controllare a piacimento uno snodo così importante a livello di comunicazioni ha fatto pensare a soluzioni alternative. Nel 2021, UE e Paesi Caucasici hanno trovato un accordo molto importante. È nato un progetto che nella pratica è piuttosto difficile da realizzare, tanto più negli ultimi tempi con il conflitto in corso. L’obiettivo è quello di creare un percorso alternativo a quello russo per permettere una connessione libera e non controllata a Internet alle nazioni che si trovano a sud della Russia.
Per farlo, si vorrebbe posare un gigantesco cavo sottomarino lungo 1100 km nelle acque internazionali del Mar Nero. Senza contare le difficoltà che un progetto del genere dovrebbe affrontare in tempi “normali”, la guerra in Ucraina ha fatto sì che il Mar Nero si popolasse di navi da guerra russe. Risulta difficile, ad oggi, credere che si possa assistere a sviluppi concreti in questo senso. Attendiamo novità dai vertici europei per capire se questo progetto prenderà vita o rimarrà un’intenzione.