Italiani i più a rischio: basta fare questo semplice test preparato a Cambridge per sapere la verità | Basta essere truffati
Disinformazione: i giovani solo la generazione più a rischio. Ad aumentare questo fattore sarebbe la padronanza e vicinanza ai contenuti esplicati sui social.
L’Università di Cambridge ha prodotto un test che serve a capire quanto siamo esposti alla disinformazione. I risultati sono sorprendenti.
Sono sempre più frequenti gli accessi giornalieri degli utenti sui social e sul web. Questo ha comportato, nel corso degli anni, alla nascita e conseguente crescita di disinformazione. Non che i social non siano in grado di veicolare giuste notizie, ma è molto semplice far girare voci non veritiere.
Proprio per comprendere il grado di disinformazione cui ogni giorno siamo continuamente esposti, l’Università di Cambridge ha deciso di preparare un vero e proprio test per comprendere quanto la disinformazione sia presente nei nostri giorni.
Nel frattempo sono già stati raccolti importanti dati che fanno davvero pensare. I giovani e le persone che trascorrono molte ore di svago al giorno online, solo maggiormente a rischio. Ma vediamo nello specifico come funziona questo test.
La disinformazione è la nuova piaga della società?
Per dimostrare come la dimensione del web sia da una parte estremamente importante, ma dall’altra altamente dannosa, alcuni studiosi dell’Università di Cambridge hanno deciso di rimboccarsi le maniche e creato un vero e proprio test per mostrare il grado di disinformazione cui la nostra società è sottoposta. In particolare, a condividere questo quiz semplice ma davvero importante è l’agenzia di ricerca YouGov che ha decretato i millennial e la generazione Z come i più avvezzi alla disinformazione. YouGov ha studiato questo quiz insieme agli studiosi dell’Università di Cambridge, dando vita ad un test che richiede pochi minuti ma i cui risultati potrebbero davvero far riflettere.
Misinformation Susceptibility Test di Cambridge
Il test in questione è stato diretto dallo psicologo Rakoen Maertens. Questo può essere considerato come il primo test sulla disinformazione esistente, creato su basi psicologiche. Ma chi ha fatto questo test, che risultati ha ottenuto? Tra i dati più interessanti troviamo l’età dei partecipanti. Lo psicologo che ha capitanato l’esperimento, insieme ai suoi colleghi, hanno selezionato 10 titoli reali e 10 falsi generati dall’AI sulla base delle attuali informazioni (false) che si trovano online. Ai partecipanti era solo richiesto di indovinare se i titoli erano veri o falsi. A questo test solo l’11% degli americani dell’età compresa tra i 18 e i 29 anni hanno indovinato. Il 36% non ha ottenuto più di 10 titoli corretti. Insomma, i risultati hanno portato alla luce quanto, soprattutto i giovani che spendono diverse ore online, siano in un certo modo “plagiati” dalla disinformazione.