Inquinamento elettromagnetico: tienilo sott’occhio direttamente dallo smartphone in questo modo | Per la tua salute e quella della famiglia
Quali sono i principali dispositivi protagonisti dell’inquinamento elettromagnetico? Ci sono apparecchi a cui bisogna porre il massimo dell’attenzione.
Si parla di inquinamento elettromagnetico, ovvero la capacità dei vari dispositivi di produrre campi elettromagnetici di maggiore intensità.
Rilevare l’intensità dei campi elettromagnetici è di fondamentale importanza al fine di salvaguardare la propria salute e quella di chi ci è accanto. Sebbene, l’Organizzazione mondiale della sanità non ha ancora riconosciuto rischi in particolare dovuti all’esposizione a tali campi, è bene conoscerne le possibili conseguenze.
Negli ultimi 50 anni sono state condotte diverse indagini sulla possibile pericolosità dell’inquinamento elettromagnetico, ma nessuna di queste ha ancora dimostrato il pieno collegamento tra tali esposizioni e l’insorgenza di gravi patologie quali tumori.
Se da un lato vengono confutate tali possibilità, dall’altro resta comunque il fatto che non sono completamente innocue per la nostra salute. A tal proposito, esistono diversi modi per rilevare l’inquinamento elettromagnetico e li mostreremo proprio in questo articolo.
Come rilevare le onde elettromagnetiche con il proprio smartphone
La credenza comune è quella di dover affidarsi ad apparecchiature specifiche, spesso anche costose, per effettuare rilevazioni del genere. In realtà, non tutti sanno che è possibile farlo comodamente dal proprio smartphone. Infatti, soprattutto quelli di ultima generazione, hanno dei sensori che possono rilevare i campi elettromagnetici. Per farlo bisognerebbe scaricare un’app ben precisa come ElectroSmart, sviluppata in collaborazione con l’Institut national de recherche en informatique che si occupa di ricerca informatica approfondendo il ramo dell’inquinamento elettromagnetico. Una volta che si è installata tale app, basterà accedervi senza registrazione e visualizzare nell’immediato l’esposizione elettromagnetica relativa alla posizione in cui ci si ritrova. L’app in questione consente di visualizzare il punteggio di esposizione in tempo reale ed individuare anche le singole fonti di esposizione.
Campi elettromagnetici, da quali proteggersi
Con l’evoluzione tecnologica, c’è stato un boom nella produzione di campi elettromagnetici, soprattutto di natura artificiale. Le principali emissioni di natura artificiale sono dovuti principalmente dagli impianti di telecomunicazione e dall’emittenza radiotelevisiva. Le comuni sorgenti di campi elettromagnetici a cui prestare attenzione, in base a quanto affermato dall’Istituto Superiore di Sanità, sono:
- Monitor e apparecchi con schermo video (3-30 kHz);
- Radio AM (30 KhZ – 2 MHz);
- Riscaldatori industriali ad induzione (0,3 – 2 MHz);
- Termoincollatrici a radiofrequenza, marconiterapia (3- 30 MHz);
- Radio FM (30 – 300 MHz);
- Telefonia mobile, emittenza televisiva, forni a microonde, rafarterapia (0,3- 3 GHz);
- Radar, collegamenti satellitari (3- 30 GHz).
Attualmente, come accennato in precedenza, il dibattito è ancora particolarmente acceso tra chi sostiene che le onde elettromagnetiche siano causa di principali patologie e chi afferma il contrario. Allo stato attuale, come afferma l’ISS: “l’effettiva entità del rischio sanitario non è nota, sebbene per alcuni tipi di CEM, ai livelli riscontati nella vita comune, questo possa essere bassissimo se non addirittura inesistente”.