Il ministro della Cultura e la Siae attaccano il rincaro dei prezzi di Apple

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L’arrivo dell’equo compenso sta smuovendo il mercato tecnologico e anche quello della Apple. La nuova legge imposta dalla Siae ha fatto scattare l’allarme per i rincari su smartphone, tablet e altri dispositivi mobile. A Cupertino hanno deciso di adeguarsi e aumentare subito il prezzo degli iDevice, mentre Samsung sta cercando di prendere la propria decisione quanto prima, tenendo conto che l’aumento del prezzo di mercato significherà perdere un margine di profitto di diversi milioni di euro al mese.

Ovviamente l’aumento dei costi non è eccessivo: la Apple ha portato l’iPhone 5s, l’ultimo modello attualmente in commercio, a un costo di 732,78 euro, ovvero a 3,78 euro in più del prezzo normale per quanto riguarda il modello da 16GB. Quello da 32GB invece sale a 843,76 euro, con un aumento di 4,76 euro. Sicuramente più sensibile – ma nemmeno troppo – l’aumento di prezzo del modello da 64GB, l’iDevice più capiente di Cupertino: il rincaro è di 5,25 euro, portando il prezzo finale di mercato a 954,25 euro. Ovviamente tutti i rincari sono gravati anche dall’Iva al 22% sul prodotto.

La Siae ha prontamente replicato al rincaro di Apple Italia specificando che l’operazione risulta essere di “pura mistificazione della realtà mirata a confondere i consumatori e a mantenere inalterati i propri ingenti profitti, spesso realizzati attraverso l’utilizzo di manodopera a basso costo“. D’altronde la Mela ha pubblicizzato il rincaro come “tassa sul copyright” equiparandola, in realtà, a quanto richiesto dalla tariffa inserita dall’Equo compenso, decisa dal Governo il 21 giugno scorso. Anche il ministro della Cultura e del Turismo, Dario Franceschini, è intervenuto con lo stesso tono della Siae sottolineando che l’aumento dei costi da parte di Apple è puramente ritorsivo nei confronti dei clienti italiani.

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