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Una notizia ufficiale divulgata qualche giorno fa è che il 30 Giugno sarà l'ultimo giorno di funIonamento di iAD, la piattaforma per la pubblicità Apple da mettere all'interno delle applicazioni, gestita direttamente da Apple.
Un vero e proprio fallimento per una novità voluta da Steve Jobs, che puntava a guadagnare sulle tante applicazioni gratuite dello store che si sarebbero finanziate grazie alla pubblicità. Così, purtroppo, per una serie di motivi non è stato e il servizio chiuderà tra poche settimane, con il saldo agli sviluppatori entro il 30 Settembre.
Che cosa cambierà per gli utenti? Assolutamente nulla. Infatti, l'unica differenza tra gli iAD ed altri servizi di terze parti che forniscono la pubblicità è che questi erano gestiti direttamente da Apple, i servizi di terze parti sono chiaramente forniti da altre piattaforme, che non sono Apple, e che continueranno a funzionare normalmente. Questo significa che non ci saranno differenze di prezzo su App Store, e che le applicazioni con la pubblicità (e, solitamente, con una funzione a pagamento che serve a rimuovere le pubblicità) continueranno ad esistere come ci sono sempre state.
Magari, le cose cambieranno per gli sviluppatori, perché coloro che si servivno di questa piattaforma saranno costretti d'ora in avanti ad affidarsi ad altri servizi, quindi a dover controllare il loro saldo in parte (per i guadagni derivanti dalla vendita delle app e degli acquisti in-app) direttamente di servizi Apple, in altra parte dai servizi che vendono pubblicità.
Nessun problema, però, nemmeno sul fronte dei servizi in abbonamento che si attivano indipendentemente dalla volontà dell'utente: infatti questi sono stati, già da qualche mese, disattivati direttamente dagli operatori telefonici, così che il problema venga risolto alla radice, indipendentemente dalla volontà della società pubblicitaria.
Insomma, per chi fruisce dei servizi Apple la differenza non si noterà nemmeno. iAd è semplicemente uno dei servizi che avrebbe dovuto portare maggiori guadagni ad Apple e che invece non ha saputo funzionare. Ma sicuramente nasceranno servizi nuovi come questo, perché difficilmente in termini pubblicitari arriveremo a tornare indietro, negli anni a venire.
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