iBooks, il Dipartimento di Giustizia trova prove contro Jobs

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Il Dipartimento di Giustizia accusa, nelle ultime prove emerse dal processo in corso contro Apple, l’azienda di Cupertino circa una pubblicità esasperata e scorretta da parte di Steve Jobs verso diverse case editrici. Il tentativo del fondatore della Apple ed ex CEO, scomparso nell’ottobre scorso, era quello di portare quanti più editori a scegliere la piattaforma di iBooks per la vendita dei propri libri.

Tra le prove risulta, infatti, una e-mail scritta da Jobs nella quale si invitano diversi editori ad adottare il modello proposto dall’azienda di Cupertino. Allo stesso modo viene accusato il Senior Vice President della Internet Software, ovvero Eddy Cue, di essere il vero tramite tra l’azienda e i vari editori. Steve Jobs assicurava che una volta portato il libro su iBookStore l’editore avrebbe potuto scegliere qualsiasi prezzo senza avere una contestazione da parte di Apple: questo significava avere più guadagni nel caso di vendita tramite la piattaforma iOS e il tutto si discostava palesemente dal sistema di Amazon, dove è colui che compra che decide il prezzo, andando ovviamente al ribasso. L’email di Steve Jobs, qui tradotta, riportava questi punti:

“Inseritevi nel sistema Apple e avvieremo un mercato di ebooks ai prezzi di 12,99$ e 14,99$; restare con Amazon a 9,99$, ma dover dividere i vostri guadagni con i vari azionisti e ricevendo soltanto il 70% della cifra promessa; togliere i libri da Amazon: così nessuno potrà comprare i tuoi ebook e li ruberanno. La pirateria partirà e nessuno li fermerà”.

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