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Quando ho visto per la prima volta Hook su App Store, sinceramente mi ha incuriosito. Sembrava un gioco di circuiti elettrici, nel quale dovevamo attivare il circuito, ma non è così. È difficile spiegarlo, le immagini su App Store non rendono e personalmente mi ricorda un po’ lo Shangai, in cui bisogna rimuovere i bastoncini nell’ordine giusto.
In Hook non ci sono bastoncini, ma fili che devono essere retratti. Guardate l’immagine in alto: vedete dei pallini neri. Questi devono essere toccati perché il filo che parte da loro si ritiri al loro interno (come se fossero gomitoli di lana), per poi scomparire.
Nel gioco non ci sono istruzioni, ma all’inizio i livelli saranno semplicissimi proprio perché toccando da qualche parte succederà qualcosa e supereremo il livello; tempo due, tre livelli facili ed avremo capito le meccaniche, che quindi sono più facili da capire che da spiegare.
Con il proseguire, però, i cerchi neri andranno premuti in un certo ordine: se il primo filo copre il secondo, ad esempio, va rimosso prima il primo poi il secondo. Però se cercheremo di fare il contrario questo non rimarrà incastrato (e noi, per differenza, premeremo l’altro) ma il livello terminerà e noi dovremo riniziare da capo.
Il tutto è quindi un po’ astruso, un po’ complicato detto così, ma giocare vi chiarirà le idee, e le recensioni che potete vedere su App Store sembrano essere d’accordo con la mia opinione, mia che ho scaricato il gioco per curiosità e perché mi piacciono i rompicapi nonostante non avessi capito come funzionasse.
Il difetto a mio avviso più grande del gioco è che il numero di livelli non sono molti; sono cinquanta, ma i primi dieci si fanno praticamente ad occhi chiusi, così che la difficoltà arriva quando il gioco giunge ormai al termine; speriamo solo che il successo ottenuto spinga lo sviluppatore ad aggiungerne almeno altrettanti, così da giustificare la spesa e far veramente felici gli amanti di questo particolare gioco.
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