Garante della Privacy: aperta istruttoria contro le AI e la loro raccolta dei nostri dati personali e privati | Sta succedendo qualcosa di poco chiaro
L’Intelligenza Artificiale negli ultimi anni ha fatto degli incredibili passi da gigante, tanto che ad oggi tutte le persone almeno una volta hanno giocato con l’invio di richieste ai chatbot o agli assistenti virtuali come Google e Alexa.
La conoscenza di questi strumenti però non avviene solo tramite la lettura del materiale presente su internet, infatti esistono realtà che si sviluppano unicamente tramite lo studio di dati personali, come le cartelle cliniche nell’ambiente sanitario.
Queste procedure di istruzione delle AI però ha spesso posto il limite della privacy personale degli utenti un po’ oltre a ciò che è attualmente regolarizzato, basti pensare ad esempio all’esordio di ChatGPT, il chatbot di OpenAI che in Italia è stato bloccato proprio per la raccolta non regolamentata dei dati degli utenti che lo utilizzavano.
Dopo aver trovato un accordo, l’azienda è riuscita a fornire nuovamente lo strumento alla Nazione, tuttavia il lavoro del Garante della Privacy non si è fermato, proprio come non si è arrestato lo sviluppo e il costante utilizzo di tutte le AI.
Per funzionare ed essere affidabili e utili, le AI devono effettuare un processo chiamato webscraping, che consiste nella raccolta massiva di tutti i dati personali da parte di soggetti terzi.
Garante della Privacy contro le AI, cosa cambia
L’indagine avviata dal Garante riguarda tutti i soggetti pubblici e privati che offrono dati alle AI tramite il raggiungimento degli “spider” dei motori di ricerca e delle intelligenze artificiali, al fine di ampliare la propria conoscenza.
Per evitare questa pratica, sono stati invitati esperti e le associazioni di consumatori alla presentazione dei loro contributi in merito alle tecniche di prevenzione e di sicurezza che permetteranno di creare una barriera contro il webscraping di massa dei dati sensibili. La raccolta indiscriminata di tutto il materiale presente sul web infatti include informazioni di qualsiasi tipo, che viola il diritto alla Privacy degli utenti.
Chiunque abbia consigli su come affrontare questa situazione è libero di inviare una comunicazione all’indirizzo webscraping@gpdp.it, in attesa della fine delle indagini e della scelta, da parte dell’Autorità, in merito ai provvedimenti da attivare, anche in via emergenziale. In futuro quindi potrebbero esserci grossi cambiamenti in quanto ad AI, non solo in termini di utilizzo, ma anche di presenze vere e proprie. Alcune realtà infatti potrebbero sparire, qualora risultassero non a norma con i regolamenti vigenti, proprio come è accaduto a ChatGPT.