Facilitatori Digitali: forse questa nuova professione non verrà stroncata dalle AI | Necessaria oggi, è tra le più richieste del momento
L’innovazione tecnologica corre veloce e non tutte le persone riescono a stare al passo con le novità e per questo, anno dopo anno, l’ignoranza in ambito digitale cresce sempre di più.
Per limitare questo problema comune il Governo ha trovato una soluzione inclusiva che permetterà a tutte le persone più in difficoltà a comprendere meglio il mondo digitale, i servizi delle pubbliche amministrazioni e le fake news.
L’emarginazione digitale è un problema molto critico nella società odierna e per accompagnare gli esclusi verso una maggiore comprensione dei funzionamenti del web. Secondo le statistiche in Italia solo il 46% della popolazione è ritenuta in possesso delle competenze base e della conoscenza degli elementi più semplici dell’internet.
Tramite un’iniziativa, il Dipartimento per la trasformazione digitale della presenza del Consiglio si è imposta l’obiettivo di portare questo numero decisamente più in linea con la media europea, che si aggira intorno al 54%. Grazie al progetto si potranno aiutare almeno 2 milioni di persone a capire meglio i funzionamenti dell’applicazione IO, dello SPID, dei social e dei servizi delle PA.
Il piano verrà attuato tramite dei “facilitatori digitali“, composti da enti, rappresentanti del terzo settore e comuni che tramite dei punti informativi potranno sostenere le persone a conoscere lo shopping online, le funzioni del proprio homebanking, i pagamenti, i servizi dell’anagrafe, il portare dell’INPS e tanto altro ancora.
Facilitatori Digitali: perché saranno così importanti
Riuscire a rendere consapevoli del web un numero sempre più alto di cittadini permetterà non solo di facilitare gli accessi ai servizi digitali, ma contribuirà anche ad abbassare il numero di truffe online, del phishing e delle frodi postali, che negli ultimi anni hanno portato alla perdita di diversi miliardi di euro.
Alessandro Butti, sottosegretario all’Innovazione tecnologica ha spiegato: “Con la firma dei Piani operativi da parte di tutte le Regioni entriamo nel vivo di un progetto fondamentale per la digitalizzazione del paese. Grazie alle risorse del Pnrr, che per questa misura mette a disposizione 135 milioni di euro.”
“L’obiettivo – continua Butti – è creare 3mila presìdi in tutta Italia, sia fisici che itineranti, per diffondere la cultura digitale, contrastare il digital divide e favorire l’inclusione delle categorie più fragili. Dall’utilizzo dell’App IO all’Anagrafe digitale, ma anche gli adempimenti fiscali o gli acquisti online. Grazie al lavoro dei facilitatori puntiamo ad aumentare le competenze digitali di base di 2 milioni di cittadini entro il 2026″.