Donald Trump è il 45° presidente degli Stati Uniti: cosa cambierà per i prodotti Apple?
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Chiariamo subito una cosa: questo non è un articolo politico, ma semplicemente un’analisi di come potrebbe cambiare Apple in conseguenza all’inatteso risultato delle elezioni americane, che hanno visto il candidato repubblicano Donald Trump trionfare su Hilary Clinton.
Sicuramente, Apple è una delle società più importanti dell’America, e il suo destino è indissolubilmente legato alla politica, soprattutto alla politica economica che il nuovo presidente sceglierà per il paese.
La politica economica di Trump, infatti, sembra essere indirizzata particolarmente a favorire l’america, e questo si ripercuoterebbe su Apple, e quindi (per quello che ci riguarda) sul costo dei prodotti negli anni a venire.
In particolare, Trump vorrebbe abbassare le tasse per le aziende americane, così da avere più soldi a disposizione per pagare i dipendenti e quindi per riportare il lavoro negli Stati Uniti, mentre come ben sappiamo iPad e iPhone (come centinaia di altri prodotti anche non tecnologici) sono tutti prodotti in Cina, al momento. Per favorire, poi, una politica nazionalista vorrebbe introdurre delle tasse di importazione, sui prodotti che arrivano dall’estero, così (anche in questo caso) da favorire il fatto che le aziende facciano lavorare i cittadini americani, e non gli stranieri.
Questo, in sostanza, porterebbe un aumento dei costi ad un’azienda come Apple, americana ma che produce all’estero, perché l’abbassamento delle tasse non sarebbe ripagato da uno spostamento del lavoro negli USA (che è troppo costoso) e quindi le importazioni, probabilmente, continueranno a prezzi maggiori. Almeno stando alle questioni che Trump ha riportato nel corso della campagna elettorale.
Chiaramente, le modifiche ai prezzi dei prodotti saranno tutt’altro che immediate, e presumibilmente può passare anche qualche anno prima di vedere le conseguenze di questo cambiamento politico; poi c’è sempre la questione del rispetto di quanto detto in campagna elettorale, che potrebbe essere rispettato del tutto ma anche per niente.
Questa analisi, ovviamente, non l’ho fatta io, ma ho semplicemente cercato di fare un rassunto delle analisi fatte da siti stranieri molto grandi (e più capaci di me dal punto di vista dell’economia); in ogni caso, anche le nostre opinioni personali sono importanti, e se qualcuno volesse esprimere una sua opinione nei commenti questa sarebbe ben gradita, purché -diciamolo subito- si crei una discussione pacata e intelligente.
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