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Dobbiamo smettere di usare il GPS: scoperti i suoi effetti sul cervello umano, sono devastanti | Se continui ad usarlo potresti pentirtene amaramente

Utilizziamo il GPS senza pensare ai potenziali rischi, ma ce ne sono parecchi – ipaddisti.it

Sembra un alleato irrinunciabile, ma in realtà fa più male di quel che sembra: meglio evitare il GPS ogni tanto, e gli studi lo confermano.

Il progresso tecnologico ha cambiato radicalmente la vita degli esseri umani negli ultimi decenni, introducendo strumenti e dispositivi che hanno semplificato e migliorato molte attività quotidiane.

Tra questi, il GPS (Global Positioning System) è uno dei più rivoluzionari, poiché ha reso possibile individuare con estrema precisione la posizione geografica di persone e oggetti, facilitando notevolmente la navigazione e l’orientamento. Grazie all’integrazione del GPS negli smartphone e nei dispositivi di navigazione satellitare, gli utenti possono ora seguire indicazioni dettagliate per raggiungere la loro destinazione senza doversi preoccupare di leggere mappe cartacee o chiedere informazioni a passanti. Tuttavia, se da un lato l’utilizzo del GPS ha indubbi vantaggi in termini di comodità e praticità, dall’altro può comportare effetti negativi sul nostro cervello e sulle nostre abilità cognitive.

I rischi legati all’utilizzo del GPS

Diversi studi scientifici hanno analizzato gli effetti dell’utilizzo del GPS sul cervello e sulle capacità di orientamento degli individui. Un’indagine condotta dalla McMaster University ha evidenziato come l’utilizzo costante del GPS possa indebolire le capacità cognitive spaziali e l’abilità di orientarsi autonomamente, in quanto il cervello si abitua a “spegnersi” e a non elaborare le informazioni ambientali mentre si segue un percorso guidato dal dispositivo. Inoltre, una ricerca svolta dall’Università di Lione e dall’University College di Londra ha dimostrato che l’utilizzo del GPS può ridurre l’attività della corteccia prefrontale e dell’ippocampo, aree cerebrali coinvolte nel processo di orientamento e nella formazione della memoria spaziale. Questo fenomeno è particolarmente preoccupante, poiché un ippocampo poco stimolato può essere più soggetto all’atrofia e al declino cognitivo associato all’invecchiamento e a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.

Meglio evitare di orientarsi con il GPS quando non è strettamente necessario – ipaddisti.it

Sebbene il GPS sia uno strumento estremamente utile e pratico per muoversi in ambienti sconosciuti o complessi, è importante non abusarne e cercare di sviluppare e mantenere attive le proprie capacità di orientamento e memoria spaziale. Per farlo, si può ad esempio scegliere di utilizzare il GPS solo in caso di necessità, allenandosi a leggere mappe cartacee o digitali e a memorizzare i percorsi e i punti di riferimento. In questo modo, si potranno preservare e potenziare le funzioni cognitive del cervello, garantendo una maggiore autonomia e una migliore qualità della vita nel lungo periodo.

Published by
Domenico Rossi