Diritto alla Riparazione: l’Europa si esprime senza dubbi, ora è deciso | Addio a costi insostenibili e consumismo sfrenato, benvenuto risparmio
Secondo le stime, uno smartphone appena acquistato dura in media 2-3 anni, ma con la nuova normativa UE tutto ciò cambierà per sempre.
Acquistare così spesso nuovi telefoni, sempre più costosi, non solo brucia gran parte dei risparmi delle famiglie, ma apporta anche un livello incredibilmente alto di inquinamento.
Produrre smartphone in quantità industriali infatti richiede un grande numero di componenti e materiali spesso difficili da recuperare o disponibili solo in quantità limitata, proprio per questo l’UE ha deciso di porre fine all’estremo consumismo dei dispositivi elettronici, rafforzando il diritto di riparazione e obbligando le aziende a rendere le riparazioni più semplici ed economiche anche dopo la fine del periodo di garanzia.
L’idea alla base del nuovo sistema economico circolare non solo aumenterà l’attenzione sui prodotti da riparare, incentivando una maggiore cura di elettrodomestici e dispositivi, ma incrementerà anche il bisogno di più stazioni per le riparazioni, aumentando così anche l’occupazione.
In più tutto questo cambiamento che renderà le riparazioni più economiche spingerà anche le aziende a realizzare prodotti più durevoli e non più “usa e getta” dopo appena un paio di anni dall’acquisto.
Riparazioni economiche per i dispositivi dell’Unione Europea
Gli Stati membri dell’Unione quindi saranno ora incentivati a garantire la presenza dei “Repair Café” e dei venditori di articoli ricondizionati, offrendo una maggiore varietà e assistenza a tutti i consumatori. La novità, al Parlamento Europeo, è stata accettata con ben 590 voti favorevoli, 15 contrati e 15 astensioni.
Tra le proposte ulteriori promosse dai Parlamentari risulta anche la possibilità di estendere la garanzia del prodotto di un anno dal momento della riparazione, offrendo così un supporto ancora maggiore per il riciclo e per l’attenzione al prodotto. In più, proprio come le macchine, i punti di riparazione potrebbero anche fornire un prodotto in sostituzione nell’attesa che il loro danneggiato venga riparato e riconsegnato.
Tutte queste attenzioni potrebbero arrestare, o quantomeno rallentare, lo sfruttamento delle risorse mondiali, riuscendo anche a recuperare i materiali presenti negli elettrodomestici e nei dispositivi elettronici non più utilizzabili o riparabili (i quali verrebbero ritirati consegnando un buono al cliente), come ad esempio l’oro, l’argento o il rame. Per fare in modo che tali disposizioni vengano rispettate, ogni Stato dovrà occuparsi di garantire sanzioni per chi non segue le indicazioni fornite dall’UE che siano proporzionate ma anche dissuasive, cosicché le aziende possano impegnarsi attivamente nella via comune, più ecosostenibile ed economica per tutti.