Cook incontra il capo di stato irlandese per parlare di tasse

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Nella giornata di ieri Tim Cook, CEO della Apple succeduto al fondatore Steve Jobs, ha incontrato Kenny Enda Taoiseach, capo del governo irlandese, per poter affrontare un argomento spinoso che ha colpito le major mondiali in questi ultimi mesi: le tasse. Le questioni fiscali che sono andate a ledere già da tempo Google, rischiano di compromettere anche le attività dell’azienda di Cupertino, in particolar modo nel continente europeo.

L’incontro è avvenuto per valutare l’imposizione fiscale, l’aliquota cui è sottoposta la Apple in Europa, e in particolar modo è servito per chiarire una posizione strategicamente importante per il Paese del nord ovest europeo: non c’è un accordo speciale con l’azienda di Cupertino che permetta alla Apple un’elusione delle tasse. Ricordiamo che nel parlare di elusione s’intende un aggiramento che concede a un contribuente, in questo caso l’azienda della Mela, a pagare una cifra inferiore di tasse dichiarando delle operazioni diverse da quelle poste in essere: come una simulazione contrattuale. La frode, in tal senso, comporta una sanzione, in caso di scoperta dell’elusione, che porta al pagamento della somma non versata, il che lascerebbe intendere che un recupero ingente arrecherebbe sì un grave danno alla Apple, ma che comunque sarebbe dovuto a fronte dell’aliquota.

Già l’anno scorso la Apple aveva subito delle aspre critiche per il pagamento fiscale delle proprie imposte: l’accusa, però, non venne mai verificata, tanto in Irlanda che negli Stati Uniti, a causa di una lacuna tecnica che era stata denotata e che si era creata all’interno del sistema di incorporamento. Ora la questione può diventare più spinosa e denotando anche quanto accaduto con Google, che ha virato su una politica molto più rigida di fatturato per sopperire al pagamento delle tasse, non ci meraviglieremmo se Apple decidesse di apportare alcune modifiche alle sue vendite.

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