Si intensificano i controlli dell’Agenzia delle Entrate per scoprire illegalità legate al riciclaggio di denaro ed all’evasione fiscale. D’ora in avanti i conti correnti degli italiani saranno tutti schedati e spiati.
Il Fisco ora fa sul serio, con il nuovo strumento a disposizione non ci sarà più scampo, infatti sono previste novità piuttosto interessanti e chi non ha nulla da nascondere non dovrebbe temere nulla. Ecco cosa cambierà d’ora in avanti.
In Italia nel 2019 i livelli di evasione fiscale hanno raggiunto i 99 miliardi di euro, tutti derivanti dall’evasione dei contributi versati. La situazione nazionale però sembrerebbe migliorare anno dopo anno, seppur lentamente, l’evasione è scesa di ben 7 miliardi di euro a partire dal 2015.
Questo lento processo è dovuto, oltre alle politiche sempre più restrittive del Governo, anche all’innovazione tecnologica che ha permesso di automatizzare i controlli di un numero sempre maggiore di informazioni bancarie e fiscali, individuando più facilmente i movimenti sospetti e le transazioni che potrebbero portare all’illegalità.
Nonostante questo aspetto sia ancora poco conosciuto dalla maggior parte degli italiani è importante ricordare che il Fisco ha accesso ad ogni movimento bancario, dai bonifici agli accrediti, controllando persino i prelievi mensili in cerca di incongruenze monetarie, senza contare i pagamenti effettuati con le carte di debito, di credito e prepagate.
L’intelligenza artificiale sta entrando a gamba tesa nelle vite di tutti, istituzioni comprese, l’Agenzia delle Entrate ha infatti cominciato ad usare l’anonimometro, uno strumento descritto nel dettaglio nella comunicazione del 19 Maggio e che consente l’incrocio dei dati tra rapporti finanziari ed Anagrafe Tributaria. Il documento ha l’obiettivo di rendere completamente trasparenti tutti i processi che verranno eseguiti tramite l’anonimometro.
La prima fase consiste nell’individuazione della platea di riferimento, selezionata tramite dei parametri impostati, che porteranno alla scelta dei dati da analizzare e confrontare per creare liste dal quale partiranno i controlli fiscali. Tutto questo processo è automatizzato ma l’attenzione umana potrà prevenire abusi da parte dell’algoritmo che potrebbero compromettere la privacy dei dati.
L’anonimometro è chiamato così proprio perché ha il dovere di mantenere l’anonimato dei contribuenti, rimpiazzando i dati anagrafici con delle informazioni fittizie, mantenute tali fino al riscontro positivo con un movimento illegale o con una qualsiasi transazione sospetta. Tutto il processo sarà quindi effettuato con l’aiuto dell’AI, che permetterà l’analisi dei dati in maniera molto più veloce ed accurata.