Carne coltivata in laboratorio: ecco cos’è, com’è fatta e perché solo l’Italia la vieta in Europa | Se la vuoi provare, prima leggi qui
Recentemente è stato approvato l’assurdo disegno di legge che vieta la produzione, la commercializzazione e lo studio della carne coltivata in laboratorio, nonostante il testo contenesse chiari ed evidenti errori grossolani.
Con 159 voti a favore infatti è stata bloccata una delle possibilità più interessanti messe a disposizione per l’Italia, dando nuovamente supporto a tutto quell’ambiente nocivo ed estremamente inquinante degli allevamenti intensivi.
Gli allevamenti intensivi in Europa, presenti in gran numero da Nord a Sud, causano ogni giorno non solo la morte di 150 miliardi di animali all’anno, ma anche un incredibile quantità di gas serra, con eccessivo consumo del suolo e di acqua, che vengono utilizzati per far crescere il più possibile gli animali al fine di macellarli e poi venderli.
Oltre all’ovvia sofferenza degli animali contenuti spesso in ambienti sporchi e malsani, bisogna anche pensare che, a differenza della carne coltivata, quella che proviene dagli allevamenti è spesso contaminata e ad alto rischio di infezione, senza contare l’esagerato uso di antibiotici e farmaci dati a tutti gli animali in massa per evitare malattie che potrebbero compromettere la compravendita.
L’Italia è riuscita a dire no a un’occasione unica di abbattere inquinamento, malessere animale e rischi per la salute umana decidendo su un testo pieno di imprecisioni, a partire dalla definizione della carne “sintetica”.
Carne coltivata in laboratorio, come viene prodotta
La carne coltivata in laboratorio, che di sintetico non ha proprio nulla (per sintesi si intende il processo chimico che parte da più elementi uniti al fine di ottenere un prodotto unico), deriva da una sostanza che viene prelevata dagli stessi animali macellati, le cui cellule vengono fatte riprodurre in un ambiente controllato.
Il tessuto muscolare coltivato è quindi in tutto e per tutto carne, non un alimento processato come può invece essere il cioccolato, il junk food, gli alcolici, le salse o gli yogurt.
Il testo del disegno di legge presenta poi delle diciture incredibilmente errate, come ad esempio quando si parla di “altri materiali pericolosi” che dovrebbero indicare le impalcature su cui vengono fatte proliferare le cellule, che nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di materiale edibile a base vegetale, o i prodotti chimici usati per la disinfezione, che sono tutti estremamente sicuri e specifici per il consumo umano, quindi totalmente innocui e non di certo “pericolosi”, come è stato riportato.