Caldaie a gas, la Commissione Europea fa un passo indietro: per ora la strage è stata evitata, ma pronti per nuovo colpo | Installa queste se vuoi salvarti
Ormai da diversi mesi, l’Europa sta creando regolamentazioni sempre più restrittive per quanto riguarda i consumi e gli sprechi energetici delle popolazioni dei Paesi, in alcuni casi però ha dovuto fare passi indietro.
Una normativa che è stata rivista riguarda il divieto di produzione delle caldaie a gas entro il 2029, questa decisione infatti, volta ad un miglioramento del benessere ambientale, potrebbe non realizzarsi così com’era stata creata.
La volontà dell’UE di fermare la produzione delle caldaie a gas era nota già da tempo, tuttavia il sentimento di urgenza si è intensificato durante le prime fasi della guerra tra Russia e Ucraina, dove molte nazioni si sono ritrovate ad affrontare un inverno particolarmente difficoltoso a causa delle basse temperature e della scarsità del gas fornito dalla Russia.
Per mantenere alta l’autonomia dell’Unione e per abbattere la presenza del gas come combustibile inquinante, si è arrivati alla redazione di un documento denominato Ecodesign, in cui sono stati elencati tutti quei prodotti che non potranno più essere venduti e installati nelle case.
I punteggi ai dispositivi presenti nell’elenco vengono assegnati in base a diversi fattori, tra cui l’uso di materiali sostenibili, l’ottimizzazione dell’efficienza energetica, la riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti, la durata della vita e la facilità di riciclaggio dei componenti.
Eccezioni alle caldaie, non solo pompe di calore
Tra i prodotti presenti nell’Ecodesign compaiono le caldaie, che entro il 2030 dovrebbero essere quasi completamente sostituite con le pompe di calore, tuttavia l’Europa si è dovuta scontrare con la realtà delle Nazioni che nel tempo hanno sollevato non poche critiche nei confronti del regolamento.
Le principali tesi nazionali riguardavano l’aspetto economico, in quanto le pompe di calore sono molto più costose delle caldaie a gas tradizionali, e gli aspetti pratici. Sono molti i posti infatti in cui questi ingombranti dispositivi non possono essere installati per ogni unità familiare, come ad esempio negli appartamenti di molti condomini.
Per questi motivi si è ritrovata a creare delle modifiche al testo permettendo di includere tra i dispositivi accettati anche una soluzione intermedia, come ad esempio le caldaie a condensazione con pompe di calore che hanno un funzionamento ibrido, e le caldaie alimentate a combustibili rinnovabili, come il biometano o l’idrogeno, che costerebbero meno delle pompe di calore e potrebbero essere accessibili più facilmente dalle famiglie presenti nell’UE.