Vuoi per i tanti programmi di cucina disponibili ovunque, vuoi anche per risparmio, l’italiano medio non disdegna di avere un piccolo orto in città. Attenzione però.
Sui balconi delle grandi città c’è sempre un bel po’ di verde. Fiori, piante che, soprattutto in primavera, esplodono in un caleidoscopio di colori che dà vita al grigio dei palazzi, dell’asfalto e dello smog.
Pomodorini e limoni (per chi si può permettere un giardino, anche piccolo), ma soprattutto piante aromatiche utilizzabili per i nostri pranzetti o cenette, perché no per un tisana o del té: rosmarino e basilico, salvia, timo, maggiorana e lavanda. Chi più ne ha, più ne metta. Un po’ tutte le erbe aromatiche possono essere coltivate in balcone, in quanto uniscono l’utile al dilettevole: possono essere usate certamente in cucina, ma al tempo stesso contengono sostanze di odore gradevole, gli aromi, ricchi di oli essenziali, la cui funzione biologica si ipotizza possa essere di difesa dagli insetti fitofagi, per i quali risultano repellenti.
Tutto molto bello è piacevole per i nostri balconi, quell’angolo di paradiso che ci fa pensare all’amata campagna, al verde che in città sta diminuendo sempre più. Attenzione però alla menta.
Appartiene a un genere di piante spermatofite dicotiledoni della famiglia delle Lamiaceae. Piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.
Si possono trovare un po’ dappertutto, in Europa e in Asia ma anche in Africa, possono resistere anche a basse temperature e sulla carta non hanno problemi di esposizione al sole o alla mezza ombra. Sulla carta, però.
Sarebbe un grande errore non dare peso alle macchie marroni o parti secche di una pianta di menta. Potrebbe essere la classica luce del luce che sta bruciando le foglie, e fin qui nulla di nocivo per gli abitanti della casa. Ma se fosse altro.
Le piante di menta, soprattutto, possono richiamare dei parassiti che fanno ammalare la pianta, di conseguenza anche noi. Sono quegli animaletti insopportabili che si nutrono della linfa delle foglie, da lì proviene quel marroncino, sono le parti succhiate, ormai morti.
Questi parassiti rispondono al nome di cocciniglie, afidi e acari. Con questi ultimi già ci dobbiamo combattere per la polvere, sarebbe meglio evitare quelli della menta.