La privacy torna di nuovo al primo posto nelle notizie a causa di un maxi-provvedimento preso dal Garante della Privacy nei confronti di H&M, una delle marche di fast fashion più famosa in Italia.
L’oggetto dell’indagine non è altro che un sistema di videosorveglianza che secondo l’istruttoria non solo non era stato concordato con i sindacati, ma non rispettava assolutamente le normative dello Statuto dei Lavoratori.
Secondo la Legge, gli impianti di video sorveglianza installati all’interno delle attività devono essere utilizzati solamente per tutelare la merce presente all’interno della struttura o per esigenze organizzative e produttive. In ogni caso però, per procedere con l’installazione si ha bisogno di un accordo con i sindacati, così da salvaguardare la privacy dei dipendenti.
Le indagini per scoprire un probabile illecito da parte dei gestori dell’H&M sono partite da una denuncia al Garante e, nonostante le giustificazioni dei gestori, l’istruttoria ha scoperto una violazione senza precedenti, che ha portato ad una multa di ben 50mila euro.
Le telecamere incriminate sono tre, posizionate tutte nel retro della struttura commerciale ed erano puntate in zone accessibili solamente ai dipendenti ed ai fornitori autorizzati, più nello specifico le inquadrature registravano l’entrata dell’ufficio amministrazione, la cassaforte e l’ingresso riservato ai dipendenti.
La situazione a seguito dei controlli si è rilevata tanto grave da non soddisfare assolutamente i requisiti previsti dagli articoli che riguardano la protezione della privacy dei lavoratori e degli ex dipendenti, arrivando quindi alla sanzione che, oltre a punire il punto vendita, funge anche da avvertimento per tutti gli altri commercianti.
Questa però non è la prima azione condotta nei confronti di H&M, l’azienda infatti era già stata multata nel 2020 dal Garante della privacy di Amburgo per lo stesso motivo, in quell’occasione però la multa era ben più salata, raggiungendo i 35 milioni di euro, una cifra che a quanto pare non è stata sufficiente per convincere tutti i gestori a smettere di violare i diritti delle persone.
Per legge infatti le telecamere possono essere installate unicamente per proteggersi dai furti, puntando ad esempio al registratore di cassa, ma inquadrando unicamente le mani dei dipendenti ed in ogni caso le riprese non possono essere conservate per più di 24/48 ore, a seconda del tipo di attività commerciale coinvolta, purché siano sempre autorizzati dall’Autorità Garante della Privacy.