AI che prendono il tuo posto: ecco cosa accade in questi casi per il lavoratore dipendente | Nuovo scenario per un miraggio di salvezza
Intelligenza artificiale vs dipendenti: le due fazioni hanno in comune lo scontro per aggiudicarsi il posto di lavoro. Ma il Governo ha pensato ad una soluzione.
A rischio il posto di lavoro di molti dipendenti a causa dell’intelligenza artificiale. Ma il Governo potrebbe avere un’efficace risposta.
Sono 20 i milioni di lavoratori che in Europa rischiano di dover dire per sempre addio al proprio posto di lavoro a causa delle nuove tecnologie e, soprattutto dell’intelligenza artificiale. Uno scenario abbastanza devastante se si pensi che gran parte di questi lavoratori hanno delle famiglie da portare avanti.
Tuttavia, le istituzioni sembrano aver riflettuto molto in merito a tale questione e, proprio per questo, pare che la situazione possa addirittura volgere a favore degli stessi lavoratori che sono stati messi all’angolo dalle nuove tecnologie.
La soluzione potrebbe essere quella di proporre un reddito universale di base per tutti i cittadini lavoratori. Ma come funzionerebbe? Continuate a leggere per scoprirlo.
Reddito di base universale, la nuova trovata delle istituzioni
Si tratta di una vera e propria sfida che il Governo intende intraprendere contro la potenza sempre più affermata delle nuove tecnologie. Quando parliamo del reddito di base universale, facciamo riferimento ad un reddito minimo garantito a tutti i cittadini a prescindere dalla presenza di un altro reddito. Si tratta di un progetto ancora in via di sperimentazione, per cui le diverse parti dovranno prima valutare tutte le possibili alternative per procedere con la fase di approvazione. Si tratterebbe di una misura meno distorsiva economicamente rispetto alla “tassa sui robot” che si intende approvare.
Una vera e propria sfida
Approvare una proposta del genere, porta con sé tutta una serie di problematiche e nodi da dover sciogliere. Questo perché si ha un determinato riserbo nell’investire le risorse dello Stato in un’operazione i cui esiti sono ancora poco chiari. I dibattiti politici in merito si fanno sempre più accesi e riguardano tutti l’interrogazione sull’efficacia di tale piano. Pensare ad un sostegno finanziario per i lavoratori colpiti dal fenomeno della disoccupazione tecnologica è un pensiero davvero nobile, ma le istituzioni dovranno capire in che modo applicare questo cambiamento nella nostra società e, soprattutto, effettuare ampi studi territoriali per comprendere quante sono le aziende che, effettivamente, si avvalgono degli strumenti tecnologici di ultima generazione.